Michele Coppini nasce a Firenze nel 1979. Comincia a realizzare cortometraggi comici giovanissimo nella tripla veste di regista-attore-sceneggiatore. A 17 anni si trasferisce a Roma per frequentare l’Istituto per la cinematografia e la televisione “Roberto Rossellini” e alcuni corsi di formazione per attore. Diplomatosi come operatore cine-televisivo torna a Firenze ed inizia a lavorare come cameraman in un’emittente toscana e nel maggio 2005 fonda la sua piccola e indipendente casa di produzione “Lucky Film”.
Nel 2005 realizza il suo primo lungometraggio “Mani molto pulite”, commedia realizzata con poco più di 1000 euro e distribuita da Cecchi Gori Home Video. Tre anni dopo, sempre con Cecchi Gori Home Video, arriva finalmente “Benvenuti in amore”, sua seconda opera indipendente (soli 35 mila euro di budget), che gli permette di avere una vetrina nazionale di tutto rispetto.
Il 2012 è l’anno di "Paranormal Precarity", la prima trasmissione ironica sul precariato giovanile in Italia, da lui condotta, diretta e scritta (insieme a Massimiliano Manna, Paola Barile e Serena Tozzi). Nel 2013 con lo stesso gruppo di lavoro costituisce l'Aps Officine Papavero con il quale produce, l'anno seguente, il docufilm "Zero bagget", un lungometraggio sperimentale (distribuito da Nuova Alfabat) girato interamente con un cellulare Samsung Galaxy S5 e che vede la partecipazione straordinaria di Paolo Ruffini e Shel Shapiro.
A Natale 2015 uscirà sui siti internet del Corriere dello Sport e di Tuttosport la webserie comica “Calcio all’italiana”, diretta e interpretata da Coppini e scritta dallo stesso regista con la collaborazione di Massimiliano Manna.
Sempre dalla stessa collaborazione è nato "Ora non ricordo il nome", docufilm interamente dedicato alla figura del caratterista nel cinema italiano e distribuito da CG Entertainment. Oltre a Michele Coppini e Stefano Martinelli, il film, vede l'amichevole partecipazione di importanti attori nazionali come Paola Tiziana Cruciani, Stefano Ambrogi, Camillo Milli, Franco Pistoni, Isa Gallinelli, Sandro Ghiani e del giornalista Marco "Stracult" Giusti.